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A mani GIunte, ginocchia flesse: sacro e profano


Marina Galici - 4-san-calo-sito-copia.jpg
Agrigento, 3 Luglio 2011 - Festa di San Calogero


Il progetto fotografico “A mani giunte, ginocchia flesse: sacro e profano” nasce nel 2011 in terra di Sicilia e prosegue nel tempo rimanendo in cantiere.

   L’intento e le finalità stanno nel recuperare fotograficamente nelle più disparate realtà dell’entroterra siciliana quei miti e riti religiosi arcaici ancora superstiti, malgrado il ridimensionamento della religione, della religiosità e delle ritualità tradizionali nella società capitalistica avanzata.

 Quindi, documentare tanto i mutamenti quanto la loro conservazione inalterata in termini di costumi, scenografia, regia ed attori, ma anche e soprattutto devozione, pathos, magia e leggenda.

  La Sicilia in quanto isola, in quanto meridione, indubbiamente custodisce fisiologicamente molteplici culti, idiomi e segni culturali delle differenti epoche e dominazioni che nei secoli l’hanno attraversata, rallentando considerevolmente gli effetti critici d’ogni processo di globalizzazione, almeno nella dimensione del sacro, intesa ancora come esperienza unicamente intima.

  Il profilo cristiano, pagano, ellenico, arabo, spagnolo, ortodosso, medioevale come in un caleidoscopio di tradizioni liturgiche popolari viene immortalato dall’occhio sensibile della fotografa, Marina Galici che, dalla scena di insieme restringe il focus sul dettaglio e le fisiognomie per coglierne e fissarne la storia dei tempi.